Nomina pontificia per il Prof. Alberto Filippi

Nomina pontificia per il Prof. Alberto Filippi

Il Prof. Alberto Filippi, per lunghi anni docente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino, ov'è stato anche Direttore dell'Istituto di Studî storico-giuridici, filosofici e politici, e fondatore  nel 1998 del Dipartimento di  Scienze Giuridiche e Politiche, ha ricevuto l'importante riconoscimento d'una nomina accademica pontificia, onore che il Prof. Filippi condivide col Prof. Ciprotti (docente di diritto canonico ed ecclesiastico) ed al massimo un paio d'altri docenti o ex docenti di Giurisprudenza di Unicam.

Papa Francesco, con chirografo del 18 agosto, ha conferito lo status di associazione internazionale e ha approvato lo statuto del Comité Panamericano de Juezas y Jueces por los Derechos Sociales y la Doctrina Franciscana (COPAJU), un'organizzazione composta da 120 magistrati per promuovere la giustizia nei settori sociali più colpiti dai diversi processi del neocolonialismo, e ha nominato il Prof. Filippi fra i tre componenti (insieme al Prof. Zaffaroni, emerito dell'Universidad de Buenos Aires, ed al Prof. Suárez Orozco, Rettore dell'Università del Massachusetts) della Junta Académica Fundadora dell’Instituto de Investigaciones Jurídicas Fray Bartolomé de las Casas, "per scopi accademici, didattici e formativi sul tema dei diritti sociali, migrazioni e colonialismo, che sarà sostenuto finanziariamente, diretto e amministrato dal COPAJU, operativo nell’ambito della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Con questa decisione, dunque, Papa Francesco promuove la giustizia sociale ed i diritti umani da una prospettiva francescana, incoraggiando la collaborazione tra magistrati e accademici per un mondo più giusto e solidale: ora, infatti, quest’organizzazione è stata elevata dal Papa ad'Associazione privata di fedeli di carattere internazionale ex cann. 298-311 e 321-329.

Nel documento, poi, il Papa spiega come il COPAJU abbia avuto origine nella Città di Buenos Aires, e poi una diffusione eccezionale in Argentina dal 2017, organizzando il primo incontro regionale nel giugno 2018 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Buenos Aires.

Esso è stato formalmente in seguito creato in Vaticano nel giugno 2019, con la partecipazione di 120 magistrati delle tre Americhe, nell'ambito dell'incontro tenutosi alla Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; da allora, il COPAJU s'è dedicato in particolare alla protezione e alla promozione dei diritti sociali da parte della magistratura, ponendo particolare enfasi sui settori sociali colpiti dai diversi processi del neocolonialismo; il COPAJU è già presente in Argentina, Cile, Colombia, Perù, Brasile, Messico, Stati Uniti e Paraguay, ed è in continua espansione nel resto del continente americano.

Tra gli eventi internazionali organizzati dal COPAJU, il Papa cita gli incontri di Roma nel 2019 e 2023, quello di Iguazú (Argentina) nel 2021, quello in Messico nel 2022 e quello di Asunción in Paraguay nel 2023.

L'ultimo convegno, dedicato a "Colonialism, decolonialization & neocolonialism: a social justice and common goof perspective", si è svolto il 30-31 marzo 2023, alla Casina Pio VI, in Vaticano, ed al Papa il Prof. Filippi ha rivolto queste parole: "Perdonatemi per l'emozione con cui mi avvio alla conclusione di questi giorni eccezionali che abbiamo condiviso, approfonditi dalle toccanti parole del giudice Ana María Figueroa, che ci ha appena ricordato la sua condizione di figlia di immigrati e il modo in cui è riuscita, con tanti sacrifici, a diventare una studentessa universitaria di prima generazione. Confesso che questo commento del giudice Figueroa mi ha fatto pensare alla famiglia di Papa Bergoglio, il maggiore di cinque fratelli, figlio e nipote di immigrati italiani arrivati in Argentina nel secolo scorso. Anche lui, come l'amica Figueroa, è diventato uno studente universitario di prima generazione. E oltre a fargli giungere al Policlinico Gemelli, a nome di tutti noi, i migliori auguri di pronta guarigione, vorrei sottolineare il grande valore simbolico del fatto che è il primo Papa a provenire dalla drammatica esperienza storica dell'immigrazione latinoamericana e a tornare a Roma, la stessa città in cui, duemila anni fa, arrivò dalla Galilea l'Apostolo, l'emigrante, il pellegrino Pietro. E desidero ripetere ora a voi quanto dissi a Papa Francesco nel gennaio dello scorso anno, quando sottolineai che la sua storica e provvidenziale presenza sulla Cattedra di San Pietro mi sembrava confermare la singolare profezia laica del filosofo stoico Marco Aurelio, l'imperatore figlio di antichi coloni italici nato in Spagna, nell'attuale Cordova: la sua intuizione del futuro gli permise di immaginare che sarebbe arrivato un giorno in cui Roma non sarebbe più stata una urbs caput mundi, ma sarebbe diventata una civitas universalis nei secoli"

 

Alla fine dei lavori è stata sottoscritta questa

Dichiarazione dei partecipanti al Vertice su colonialismo, decolonizzazione e neocolonialismo: una prospettiva di giustizia sociale e bene comune

Noi, partecipanti a questo incontro, riconosciamo e ricordiamo la lotta secolare per i diritti umani dei popoli dell'Africa, delle Americhe e dei Caraibi. In particolare, apprezziamo coloro che hanno svolto un ruolo di primo piano nella difesa dei diritti contro le discriminazioni etniche, di genere, religiose, culturali e linguistiche di quelle minoranze che hanno rivendicato la libertà, il pluralismo e l'uguaglianza tra coloro che compongono la fraternità umana e difendono il bene comune.

Pertanto, e reciprocamente, ripudiamo ogni forma di dominio, violenza e intolleranza. Promuoviamo il dialogo e il rispetto delle identità culturali e religiose delle società e delle loro tradizioni storiche, nella misura in cui sono state e sono manifestazioni individuali e collettive di resistenza alle egemonie economiche, politiche, militari e culturali imposte dall'Europa al di fuori dell'Europa, in particolare dal 1492.

Per lo stesso motivo, in questa data, apprezziamo la dichiarazione della Santa Sede di ieri, 30 marzo 2023, secondo cui la cosiddetta "Dottrina della Scoperta", affermata nelle "Bolle papali del XV secolo", non fa parte dell'insegnamento della Chiesa cattolica.

Abbiamo analizzato e discusso l'attuale drammatica situazione dei migranti. E mentre riconosciamo che la migrazione è una "condizione condivisa da tutta l'umanità", notiamo come le catastrofi umane dell'inizio del XXI secolo, provocate dalla guerra e dal terrore, dalle disuguaglianze strutturali e dai collassi ambientali, contribuiscono a spostamenti massicci, provocando numeri di rifugiati mai visti dalla Seconda guerra mondiale. In effetti, a livello internazionale ci sono più di 100 milioni di sfollati che sono il risultato di condizioni al limite della sopravvivenza e dell'ordine sociale, economico e ambientale.

Noi qui riuniti sosteniamo e difendiamo le culture decoloniali e decolonizzanti come base necessaria per la formazione giuridico-politica e accademica dei magistrati, siano essi difensori, pubblici ministeri o giudici, così come di coloro che concepiscono e promuovono l'accesso alla giustizia per le persone giuridicamente più deboli, scartate dal sistema.

Noi, laici e religiosi, nello spirito dell'enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, consapevoli dei valori della libertà e dell'uguaglianza, dell'inviolabilità della persona umana e della sua dignità, così come sono incarnati nella realtà dei nostri popoli e delle nostre nazioni, sosteniamo forme di convivenza comune e di pace in ogni regione del mondo. La pace è una condizione essenziale per lasciare in eredità alle generazioni future la nostra Pachamama planetaria, al fine di garantire la continuità della vita per noi e per i futuri esseri viventi.

Firmato dai partecipanti oggi, venerdì 31 marzo 2023, presso la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Città del Vaticano

 

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/...

 

Sabato, 19 Agosto, 2023